Labelmania
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Gli imballi di frutta e verdura
Un tempo, soprattutto nei piccoli paesi, frutta e verdura erano vendute esclusivamente in piccoli negozi o in quelli che genericamente erano chiamati "alimentari" e che vendevano tutto ciò che vi era di commestibile con l'esclusione della carne che aveva un proprio negozio: il macellaio.
In questi negozi la frutta era venduta sfusa come avviene tuttora nei mercati e nei pochi negozi specializzati rimasti: i fruttivendoli.
Nel tempo e soprattutto per l'avvento dei supermercati si è assistito allo sviluppo di numerosi imballi che permettono di vendere una ragionevole quantità di frutta o di verdura in un pacchetto già confezionato e con un'etichetta contenente il codice a barre che facilita il lavoro alle casse.
Quando ho cominciato a collezionare le etichette nei supermercati gli agrumi erano già venduti in imballi da 1 a 2 Kg perciò è stata una conseguenza naturale della mia mania collezionistica non gettare gli imballi e metterli da parte. Solo recentemente mi sono deciso a riordinarli e aggiungerli alla collezione. Mentre li riordinavo e nel registrarli nel mio database mi domandavo quale potesse essere il loro nome.
Infatti non conoscendo il nome ero costretto a farne una descrizione.
Alla fine per puro caso sono capitato nel sito de "La Mariarosa" e nella pagina Confezioni ho trovato i primi nomi: girsac e vertbag; da li poi con una ricerca nel web sono risalito a molti altri.
Spero perciò di fare cosa gradita agli altri collezionisti riportando la nomenclatura e la descrizione dei diversi imballi anche per evitare di chiamare la stessa cosa con nomi diversi.
I nomi riportati sono in inglese anche perché sarebbe difficile e talvolta imbarazzante tradurli in un'altra lingua. Ad esempio le etichette che identificano generalmente i cestelli da 1 kg di frutta vengono chiamate da alcuni "Etichette a bandiera" da altri "Plastique de filets" mentre il loro nome è "Wine glass" che letteralmente significa "Bicchiere di vino"!!!
Qui i link ad un buon articolo in italiano ed in inglese che descrive il mercato italiano dell'ortofrutta e soprattutto descrive gli imballaggi usati nei diversi stadi dal campo al consumatore.
Gli imballi si possono dividere in quelli usati a livello ingrosso e quelli usati nel commercio al dettaglio; a noi interessano questi ultimi, di seguito un elenco con la descrizione dei principali.
Wineglass (or wine glass) labels: si tratta di etichette utilizzate per identificare le vaschette contenute in una rete (foto 2), le reti di diverse forme (foto 3) ecc. L'etichetta può essere prodotta con una varietà di materiali, i due più comuni sono in laminato / carta (LBL) e nastro lucido / carta (LBR). La LBL è una carta bianca con un laminato in polipropilene trasparente applicato dopo la stampa del logo e testo. L'LBR è fatto con un nastro lucido e la combinazione di carta stampata. Entrambe le etichette possono essere prestampate fronte e retro ma più spesso sono prestampate nella parte superiore mentre la parte inferiore, realizzata con una carta termosensibile, permette di stampare, al momento dell'imballo, la data di scadenza, i codici a barre, o altre informazioni pertinenti (foto 1).
Le etichette sono stampate in grandi rotoli che poi vengono tagliati in nastri utilizzati nelle macchine imballatrici; l'etichetta è normalmente fissata al contenitore con una graffa di metallo (foto 4): rame o zinco o di plastica (vedi USB).
Attenzione le informazioni sul retro sono impresse su una superficie termosensibile, la stampa ha una durata limitata: dopo un tempo variabile da pochi mesi ad alcuni anni il testo si affievolisce fino a scomparire del tutto. L'unico consiglio che posso dare è di fotocopiare il retro dell'etichetta e di conservarlo insieme alla stessa.
Ribbons: sono dei nastri di 12-15 mm di larghezza, in alcuni casi raggiungono i 20 mm, sono di solito stampati sulla parte superiore (foto 5). Sono in plastica rinforzata con delle fibre per ottenere la resistenza necessaria ad essere usati come un manico pur mantenendo una notevole flessibilità. Sono fissati alle estremità della confezione in genere con clip metalliche (foto 2 e 4) che contemporaneamente chiudono la rete e, spesso, fissano anche la wineglass; l'etichetta corre per tutta la lunghezza della confezione, la sua superficie offre un ampio spazio per l'identificazione dell'azienda, informazioni sui prodotti e per eventuali codici a barre. Solo raramente vengono usati nastri colorati senza alcuna stampa.
Vi sono inoltre dei nastri in plastica spessa, larghi 20 mm, stampati nella superficie superiore e fissati ai cestelli in plastica con due occhielli metallici che fungono da veri e propri manici. Talvolta dei nastri flessibili larghi 20 mm sono usati su cassette d'uva. Un tipo particolare è un nastro adesivo trovato su cespi di sedano bianco della ditta T18 o su alcuni meloni.
Twist tie: si tratta di nastri di carta semplice o resistente all'acqua che contengono un filo metallico, molto usati nei supermercati degli Stati Uniti; sono larghi da pochi mm a 1,5 cm. Sulla loro superficie sono stampati: dati del fornitore, nome del prodotto, Plu, codice a barre ecc. (foto 6). Possono essere usati in due modi: o direttamente per legare insieme il vegetale (sedano, prezzemolo) o per chiudere un sacchetto che contiene il prodotto. Definizione su Wiki ed info sul sito della All Packaging.
Vediamo ora un gruppo di imballaggi che generalmente prende il nome di Vertical bag, il nome deriva dal fatto che generalmente sono sviluppati in senso verticale e che anche le macchine (foto 7) che producono la confezione lavorano in senso verticale: la rete è posta su un cilindro, lateralmente vi sono due rotoli di laminato prestampato, la rete ed il laminato vengono saldati in basso da una termosaldatrice, il materiale da imballare, già pesato, scende dall'alto, la termosaldatrice chiude il tutto in alto e, in alcuni casi, forma i manici, contemporaneamente una stampante stampa un'etichetta adesiva con le informazioni sul prodotto, questa viene spinta contro uno dei due laminati in modo che ogni imballo abbia la sua etichetta. L'immagine a fianco è un altro esempio tratto dal sito della ditta Girò.
Girsac: il sistema Girsac è forse il più diffuso sistema di imballaggio, è stato sviluppato dalla ditta Girò insieme a: Girplus, Ultrabag, Omega, USB e Clipped net.
Il Girsac è composto da una rete e da due bande di laminato prestampato che sono saldate alla rete solo in basso ed in alto. Nella parte alta le due bande possono avere due fori o un manico (foto 8) per facilitare il trasporto. Grazie alle bande stampate estese su tutto il sacchetto il Girsac offre una grande capacità di comunicazione. Filmato di una macchina che produce Girsac e Girplus. La rete permette la traspirazione ed il suo colore può esaltare l'aspetto del contenuto.
Girsac-in-row è un tipo particolare di girsac che contiene solo alcuni elementi (1-6) posti in fila, è adatto soprattutto a cipolle, agli, limoni, pompelmi e lime.
Girplus: il girplus è la versione economica del precedente, le bande laterali di laminato non arrivano alla base del sacchetto ma si fermano appena sotto alla saldatura superiore. Come il Girsac possono avere la lamina con 2 buchi o avere dei veri e propri manici. Il messaggio pubblicitario è nettamente inferiore. Filmato di una macchina che produce dei Girplus.
Ultrabag: in questo caso la banda di laminato è molto più larga, quanto la larghezza dell'imballo e, per rendere il tutto più rigido, è saldata al sacco di rete (foto 9). Anche in questo caso nella parte alta vi possono essere o 2 buchi o le maniglie per il trasporto.
La ultrabag si differenzia dalla Vertbag per avere la rete tutta intera a forma di tubo ed anche la banda di laminato posteriore in un solo pezzo.
Omegabag: Il sistema rappresenta un passo in avanti nello sviluppo di imballi a basso impatto ambientale grazie alla sua leggerezza e all'uso di un solo materiale. E' realizzato in materiale riciclabile al 100% poiché utilizza polietilene ad alta densità per tutti i componenti. Un'etichetta Wineglass posta alla base del manico permette l'identificazione del prodotto. (foto 10) Tutti i tipi di Omegabag offrono grande visibilità del prodotto così come un efficiente livello di traspirabilità. L'OmegaBag è stato riconosciuto per l'innovazione e ha ottenuto numerosi premi.
USB (UltraSound Bag): il sistema USB è un ulteriore passo avanti nello sviluppo di imballi a basso impatto ambientale grazie alla sua leggerezza e all'uso di meno materiale. Si tratta di un sistema riciclabile al 100% che utilizza solo polietilene ad alta densità per fare tutti i componenti. Rispetto all'Omegabag è stato eliminato il manico la cui funzione è presa dall'etichetta Wineglass.
Clipped net: Il sistema ha le caratteristiche di una soluzione di imballaggio di frutta e verdura a basso costo. Esso consente una alta visibilità e la traspirabilità del prodotto. Un'alta produzione è ottenuta grazie alla semplice borsa e all'utilizzo di una clip metallica per chiudere il sacchetto. L'identificazione del prodotto è assicurata da un'etichetta Wineglass (foto 11).
Vertbag: il sistema Vertbag è stato sviluppato dalla ditta Netpack insieme a Netbag, Filnet ed altri. Una certa confusione vi è fra i termini Vertbag e Netbag: la ditta: Rom Plastica usa il nome Netbag per un prodotto uguale al Vertbag della Netpack.
Il Vertbag è un sistema che usa la coppia rete/laminato plastico già assemblato in bobine: come si può vedere nella foto 12 e qui a destra (da Freshplaza), la bobina ha al centro una striscia di laminato saldata ai lati a due strisce di rete, queste sono a loro volta saldate a due strisce di laminato. Le due strisce esterne, all'interno della macchina confezionatrice, vengono saldate sovrapponendole in parte e vanno a formate la banda posteriore del sacchetto. Nella seconda parte del filmato della ditta Sorma si vede molto bene la formazione del sacco a partire dalla bobina, lo stesso si vede nel filmato sui fagiolini. Le due strisce di laminato sono larghe (nella maggior parte dei casi: 12-14 cm) tanto da costituire interamente o quasi la faccia anteriore e quella posteriore del sacchetto. Apparentemente simile all'ultrabag, se ne differenzia per la facciata posteriore composta da due strisce di laminato parzialmente sovrapposte e saldate fra loro e per la rete presente solo nella facce laterali.
Le ampie superfici del laminato permettono di inserire numerose informazioni, in particolare nella faccia posteriore trovano spazio informazioni sul prodotto, nutrizionali, ricette, dati del produttore ecc. I dati sul lotto possono essere inseriti in un'etichetta adesiva o stampati direttamente sul laminato al momento della lavorazione.
Netbag: il termine netbag è molto generico, in effetti tutti i sacchi a rete possono essere chiamati così; nel caso della ditta Netpack si tratta di un sacco a rete a cui viene saldata nella parte alta una coppia di fasce in laminato con 2 o più fori per la presa e il trasporto (foto 13). La rete può essere una rete estrusa, tutta in un pezzo, oppure tessuta cioè composta da un filo che viene intrecciato in maglie che possono avere forma e dimensioni variabili.
Filnet: il sistema Filnet della ditta Netpack offre la faccia anteriore interamente in laminato mentre quella posteriore ha una fascia nella parte superiore e la rete nel resto; questo permette di avere un'ampia superficie per pubblicizzare il prodotto mentre la rete posteriore permette la traspirazione del prodotto. Nella fascia superiore sono ricavati due fori per facilitare il trasporto.
Carry-fresh: negli USA è molto diffuso questo sistema brevettato (foto 14), molto simile all'Ultrabag, qui potete vedere un filmato sul funzionamento di una macchina confezionatrice dove si possono seguire le varie operazioni che partendo dalle patate, dalla rete e dal laminato portano al prodotto finito.
Polybag: con questo nome si identificano i sacchetti in polietilene, possono essere stampati solo sul fronte o anche sul retro, spesso sono forati per la traspirazione del prodotto. Il contenuto può essere identificato dalla stampa diretta o dai dati inseriti in un'etichetta adesiva. La chiusura può essere eseguita per termo-saldatura in alto (in questo caso talvolta si formano anche dei buchi per la presa) oppure con un nastro adesivo semplice o con dati stampati che possono essere una data di confezionamento o di scadenza oppure un numero o una sigla che identifica l'imballatore (foto 15). Qui un filmato sull'imballaggio di mele in un sacchetto di plastica.
Foam fruit net: un tipo particolare di imballo nato in Cina ed usato all'inizio per Nashi e Fuji, in seguito anche su altri frutti, è una rete di schiuma in polietilene utilizzata per proteggere ogni singolo frutto in un imballo, generalmente di forma cilindrica il frutto viene inserito al suo interno e quindi disposto nel contenitore (foto 16). Alcuni tipi sono visibili sul sito della Fly Packing(China)
Fruit punnet: in questo termine rientrano una vasta gamma di vasoietti in plastica (spesso PET, foto 17), di forma generalmente rettangolare, trasparenti od opachi, con coperchio (fruit clamshell punnet) o senza, possono essere sigillati ed allora il contenuto è protetto da atmosfera controllata oppure presentano aperture per la ventilazione (vedi immagine a lato). Sono usati per frutti medio piccoli: fragole, frutti di bosco, pomodorini ma anche pesche, mele, pere ecc. Qui un filmato sull'imballaggio di pomodori perini in clamshell con coperchio ed uno sull'imballaggio di pomodori tondi in punnet con film plastico che lo racchiude e protegge.
Lidding film: è un film, normalmente in PET, usato per chiudere i punnet (foto 18); può essere forato per la traspirazione del prodotto oppure chiuso ermeticamente. In questo ultimo caso il prodotto è immerso in atmosfera controllata o modificata. l'atmosfera controllata consiste di azoto o anidride carbonica o di loro miscele; al contrario l'atmosfera modificata è aria in cui si è ridotta la percentuale di ossigeno e talvolta anche aumentata quella di anidride carbonica. Tutti questi sistemi servono per inibire lo sviluppo microbico e per prolungare il tempo di conservazione del contenuto.
In questa pagina potete trovare molti link a ditte e filmati relativi all'imballaggio.
In questi negozi la frutta era venduta sfusa come avviene tuttora nei mercati e nei pochi negozi specializzati rimasti: i fruttivendoli.
Nel tempo e soprattutto per l'avvento dei supermercati si è assistito allo sviluppo di numerosi imballi che permettono di vendere una ragionevole quantità di frutta o di verdura in un pacchetto già confezionato e con un'etichetta contenente il codice a barre che facilita il lavoro alle casse.
Quando ho cominciato a collezionare le etichette nei supermercati gli agrumi erano già venduti in imballi da 1 a 2 Kg perciò è stata una conseguenza naturale della mia mania collezionistica non gettare gli imballi e metterli da parte. Solo recentemente mi sono deciso a riordinarli e aggiungerli alla collezione. Mentre li riordinavo e nel registrarli nel mio database mi domandavo quale potesse essere il loro nome.
Infatti non conoscendo il nome ero costretto a farne una descrizione.
Alla fine per puro caso sono capitato nel sito de "La Mariarosa" e nella pagina Confezioni ho trovato i primi nomi: girsac e vertbag; da li poi con una ricerca nel web sono risalito a molti altri.
Spero perciò di fare cosa gradita agli altri collezionisti riportando la nomenclatura e la descrizione dei diversi imballi anche per evitare di chiamare la stessa cosa con nomi diversi.
I nomi riportati sono in inglese anche perché sarebbe difficile e talvolta imbarazzante tradurli in un'altra lingua. Ad esempio le etichette che identificano generalmente i cestelli da 1 kg di frutta vengono chiamate da alcuni "Etichette a bandiera" da altri "Plastique de filets" mentre il loro nome è "Wine glass" che letteralmente significa "Bicchiere di vino"!!!
Qui i link ad un buon articolo in italiano ed in inglese che descrive il mercato italiano dell'ortofrutta e soprattutto descrive gli imballaggi usati nei diversi stadi dal campo al consumatore.
Gli imballi si possono dividere in quelli usati a livello ingrosso e quelli usati nel commercio al dettaglio; a noi interessano questi ultimi, di seguito un elenco con la descrizione dei principali.
Wineglass (or wine glass) labels: si tratta di etichette utilizzate per identificare le vaschette contenute in una rete (foto 2), le reti di diverse forme (foto 3) ecc. L'etichetta può essere prodotta con una varietà di materiali, i due più comuni sono in laminato / carta (LBL) e nastro lucido / carta (LBR). La LBL è una carta bianca con un laminato in polipropilene trasparente applicato dopo la stampa del logo e testo. L'LBR è fatto con un nastro lucido e la combinazione di carta stampata. Entrambe le etichette possono essere prestampate fronte e retro ma più spesso sono prestampate nella parte superiore mentre la parte inferiore, realizzata con una carta termosensibile, permette di stampare, al momento dell'imballo, la data di scadenza, i codici a barre, o altre informazioni pertinenti (foto 1).
Le etichette sono stampate in grandi rotoli che poi vengono tagliati in nastri utilizzati nelle macchine imballatrici; l'etichetta è normalmente fissata al contenitore con una graffa di metallo (foto 4): rame o zinco o di plastica (vedi USB).
Attenzione le informazioni sul retro sono impresse su una superficie termosensibile, la stampa ha una durata limitata: dopo un tempo variabile da pochi mesi ad alcuni anni il testo si affievolisce fino a scomparire del tutto. L'unico consiglio che posso dare è di fotocopiare il retro dell'etichetta e di conservarlo insieme alla stessa.
Ribbons: sono dei nastri di 12-15 mm di larghezza, in alcuni casi raggiungono i 20 mm, sono di solito stampati sulla parte superiore (foto 5). Sono in plastica rinforzata con delle fibre per ottenere la resistenza necessaria ad essere usati come un manico pur mantenendo una notevole flessibilità. Sono fissati alle estremità della confezione in genere con clip metalliche (foto 2 e 4) che contemporaneamente chiudono la rete e, spesso, fissano anche la wineglass; l'etichetta corre per tutta la lunghezza della confezione, la sua superficie offre un ampio spazio per l'identificazione dell'azienda, informazioni sui prodotti e per eventuali codici a barre. Solo raramente vengono usati nastri colorati senza alcuna stampa.
Vi sono inoltre dei nastri in plastica spessa, larghi 20 mm, stampati nella superficie superiore e fissati ai cestelli in plastica con due occhielli metallici che fungono da veri e propri manici. Talvolta dei nastri flessibili larghi 20 mm sono usati su cassette d'uva. Un tipo particolare è un nastro adesivo trovato su cespi di sedano bianco della ditta T18 o su alcuni meloni.
Twist tie: si tratta di nastri di carta semplice o resistente all'acqua che contengono un filo metallico, molto usati nei supermercati degli Stati Uniti; sono larghi da pochi mm a 1,5 cm. Sulla loro superficie sono stampati: dati del fornitore, nome del prodotto, Plu, codice a barre ecc. (foto 6). Possono essere usati in due modi: o direttamente per legare insieme il vegetale (sedano, prezzemolo) o per chiudere un sacchetto che contiene il prodotto. Definizione su Wiki ed info sul sito della All Packaging.
Vediamo ora un gruppo di imballaggi che generalmente prende il nome di Vertical bag, il nome deriva dal fatto che generalmente sono sviluppati in senso verticale e che anche le macchine (foto 7) che producono la confezione lavorano in senso verticale: la rete è posta su un cilindro, lateralmente vi sono due rotoli di laminato prestampato, la rete ed il laminato vengono saldati in basso da una termosaldatrice, il materiale da imballare, già pesato, scende dall'alto, la termosaldatrice chiude il tutto in alto e, in alcuni casi, forma i manici, contemporaneamente una stampante stampa un'etichetta adesiva con le informazioni sul prodotto, questa viene spinta contro uno dei due laminati in modo che ogni imballo abbia la sua etichetta. L'immagine a fianco è un altro esempio tratto dal sito della ditta Girò.
Girsac: il sistema Girsac è forse il più diffuso sistema di imballaggio, è stato sviluppato dalla ditta Girò insieme a: Girplus, Ultrabag, Omega, USB e Clipped net.
Il Girsac è composto da una rete e da due bande di laminato prestampato che sono saldate alla rete solo in basso ed in alto. Nella parte alta le due bande possono avere due fori o un manico (foto 8) per facilitare il trasporto. Grazie alle bande stampate estese su tutto il sacchetto il Girsac offre una grande capacità di comunicazione. Filmato di una macchina che produce Girsac e Girplus. La rete permette la traspirazione ed il suo colore può esaltare l'aspetto del contenuto.
Girsac-in-row è un tipo particolare di girsac che contiene solo alcuni elementi (1-6) posti in fila, è adatto soprattutto a cipolle, agli, limoni, pompelmi e lime.
Girplus: il girplus è la versione economica del precedente, le bande laterali di laminato non arrivano alla base del sacchetto ma si fermano appena sotto alla saldatura superiore. Come il Girsac possono avere la lamina con 2 buchi o avere dei veri e propri manici. Il messaggio pubblicitario è nettamente inferiore. Filmato di una macchina che produce dei Girplus.
Ultrabag: in questo caso la banda di laminato è molto più larga, quanto la larghezza dell'imballo e, per rendere il tutto più rigido, è saldata al sacco di rete (foto 9). Anche in questo caso nella parte alta vi possono essere o 2 buchi o le maniglie per il trasporto.
La ultrabag si differenzia dalla Vertbag per avere la rete tutta intera a forma di tubo ed anche la banda di laminato posteriore in un solo pezzo.
Omegabag: Il sistema rappresenta un passo in avanti nello sviluppo di imballi a basso impatto ambientale grazie alla sua leggerezza e all'uso di un solo materiale. E' realizzato in materiale riciclabile al 100% poiché utilizza polietilene ad alta densità per tutti i componenti. Un'etichetta Wineglass posta alla base del manico permette l'identificazione del prodotto. (foto 10) Tutti i tipi di Omegabag offrono grande visibilità del prodotto così come un efficiente livello di traspirabilità. L'OmegaBag è stato riconosciuto per l'innovazione e ha ottenuto numerosi premi.
USB (UltraSound Bag): il sistema USB è un ulteriore passo avanti nello sviluppo di imballi a basso impatto ambientale grazie alla sua leggerezza e all'uso di meno materiale. Si tratta di un sistema riciclabile al 100% che utilizza solo polietilene ad alta densità per fare tutti i componenti. Rispetto all'Omegabag è stato eliminato il manico la cui funzione è presa dall'etichetta Wineglass.
Clipped net: Il sistema ha le caratteristiche di una soluzione di imballaggio di frutta e verdura a basso costo. Esso consente una alta visibilità e la traspirabilità del prodotto. Un'alta produzione è ottenuta grazie alla semplice borsa e all'utilizzo di una clip metallica per chiudere il sacchetto. L'identificazione del prodotto è assicurata da un'etichetta Wineglass (foto 11).
Vertbag: il sistema Vertbag è stato sviluppato dalla ditta Netpack insieme a Netbag, Filnet ed altri. Una certa confusione vi è fra i termini Vertbag e Netbag: la ditta: Rom Plastica usa il nome Netbag per un prodotto uguale al Vertbag della Netpack.
Il Vertbag è un sistema che usa la coppia rete/laminato plastico già assemblato in bobine: come si può vedere nella foto 12 e qui a destra (da Freshplaza), la bobina ha al centro una striscia di laminato saldata ai lati a due strisce di rete, queste sono a loro volta saldate a due strisce di laminato. Le due strisce esterne, all'interno della macchina confezionatrice, vengono saldate sovrapponendole in parte e vanno a formate la banda posteriore del sacchetto. Nella seconda parte del filmato della ditta Sorma si vede molto bene la formazione del sacco a partire dalla bobina, lo stesso si vede nel filmato sui fagiolini. Le due strisce di laminato sono larghe (nella maggior parte dei casi: 12-14 cm) tanto da costituire interamente o quasi la faccia anteriore e quella posteriore del sacchetto. Apparentemente simile all'ultrabag, se ne differenzia per la facciata posteriore composta da due strisce di laminato parzialmente sovrapposte e saldate fra loro e per la rete presente solo nella facce laterali.
Le ampie superfici del laminato permettono di inserire numerose informazioni, in particolare nella faccia posteriore trovano spazio informazioni sul prodotto, nutrizionali, ricette, dati del produttore ecc. I dati sul lotto possono essere inseriti in un'etichetta adesiva o stampati direttamente sul laminato al momento della lavorazione.
Netbag: il termine netbag è molto generico, in effetti tutti i sacchi a rete possono essere chiamati così; nel caso della ditta Netpack si tratta di un sacco a rete a cui viene saldata nella parte alta una coppia di fasce in laminato con 2 o più fori per la presa e il trasporto (foto 13). La rete può essere una rete estrusa, tutta in un pezzo, oppure tessuta cioè composta da un filo che viene intrecciato in maglie che possono avere forma e dimensioni variabili.
Filnet: il sistema Filnet della ditta Netpack offre la faccia anteriore interamente in laminato mentre quella posteriore ha una fascia nella parte superiore e la rete nel resto; questo permette di avere un'ampia superficie per pubblicizzare il prodotto mentre la rete posteriore permette la traspirazione del prodotto. Nella fascia superiore sono ricavati due fori per facilitare il trasporto.
Carry-fresh: negli USA è molto diffuso questo sistema brevettato (foto 14), molto simile all'Ultrabag, qui potete vedere un filmato sul funzionamento di una macchina confezionatrice dove si possono seguire le varie operazioni che partendo dalle patate, dalla rete e dal laminato portano al prodotto finito.
Polybag: con questo nome si identificano i sacchetti in polietilene, possono essere stampati solo sul fronte o anche sul retro, spesso sono forati per la traspirazione del prodotto. Il contenuto può essere identificato dalla stampa diretta o dai dati inseriti in un'etichetta adesiva. La chiusura può essere eseguita per termo-saldatura in alto (in questo caso talvolta si formano anche dei buchi per la presa) oppure con un nastro adesivo semplice o con dati stampati che possono essere una data di confezionamento o di scadenza oppure un numero o una sigla che identifica l'imballatore (foto 15). Qui un filmato sull'imballaggio di mele in un sacchetto di plastica.
Foam fruit net: un tipo particolare di imballo nato in Cina ed usato all'inizio per Nashi e Fuji, in seguito anche su altri frutti, è una rete di schiuma in polietilene utilizzata per proteggere ogni singolo frutto in un imballo, generalmente di forma cilindrica il frutto viene inserito al suo interno e quindi disposto nel contenitore (foto 16). Alcuni tipi sono visibili sul sito della Fly Packing(China)
Fruit punnet: in questo termine rientrano una vasta gamma di vasoietti in plastica (spesso PET, foto 17), di forma generalmente rettangolare, trasparenti od opachi, con coperchio (fruit clamshell punnet) o senza, possono essere sigillati ed allora il contenuto è protetto da atmosfera controllata oppure presentano aperture per la ventilazione (vedi immagine a lato). Sono usati per frutti medio piccoli: fragole, frutti di bosco, pomodorini ma anche pesche, mele, pere ecc. Qui un filmato sull'imballaggio di pomodori perini in clamshell con coperchio ed uno sull'imballaggio di pomodori tondi in punnet con film plastico che lo racchiude e protegge.
Lidding film: è un film, normalmente in PET, usato per chiudere i punnet (foto 18); può essere forato per la traspirazione del prodotto oppure chiuso ermeticamente. In questo ultimo caso il prodotto è immerso in atmosfera controllata o modificata. l'atmosfera controllata consiste di azoto o anidride carbonica o di loro miscele; al contrario l'atmosfera modificata è aria in cui si è ridotta la percentuale di ossigeno e talvolta anche aumentata quella di anidride carbonica. Tutti questi sistemi servono per inibire lo sviluppo microbico e per prolungare il tempo di conservazione del contenuto.
In questa pagina potete trovare molti link a ditte e filmati relativi all'imballaggio.
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1 - Fronte/retro di un'etichetta Wineglass.
2 - Una vaschetta di pomodori con una etichetta Wineglass ed un Ribbon che funge da manico e contiene il nome del produttore.
3 - Un sacchetto di mele con una etichetta Wineglass
4 - La clip in rame che blocca la wineglass insieme alla rete .
5 - Alcuni "Ribbons" dalla mia collezione.
6 - Due twist tie usati nei supermercati americani.
7 - Una macchina verticale della ditta Girò.
8 - Girsac: 2 modelli.
9 - Le frecce indicano la zona delle due saldature del laminato alla rete di un Ultrabag.
10 Due esempi di Omegabag.
11 - Un imballo di tipo Clipped net.
12 - A destra la bobina della rete/laminato del sistema Vertbag dal sito della Rom Plastica.
13 - La parte superiore di un sacco Netbag.
14 - La confezione Carry-fresh della Unipac.
15 - Due esempi di Polybag.
16 - Alcuni prodotti di ditte cinesi.
17 - alcuni tipi di punnet della Sharpak
18 - Lidding film su punnet di pomodori pachino e di cachi